Tactus. Vivaldi secondo L’Archicembalo
Antonio Vivaldi: Concerti e Sinfonie per archi e continuo.
Un piacevolissimo CD Tactus, distirbuito da Egea Distibution, nell’esecuzione dell’ensemble L’Archicembalo.
Nella ponderosa produzione vivaldiana emerge per qualità e bellezza una sezione, concepita nella maturità sino all’anno della morte, dedicata a quelli che sono definiti “concerti per archi e continuo”, composizioni strumentali prive di parti solistiche, in controtendenza rispetto alla tipica forma barocca del concerto solista splendidamente utilizzato anche da Vivaldi, nella quale emergevano, in dialogo con il “tutti”, strumenti espressivi come il violino, l’oboe, il flauto, il fagotto.
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Chi scrive ha un’esperienza ormai trentennale come continuista e l’ascolto si sintonizza sulla ricerca di alcune caratteristiche timbriche ben precise riferite alla presenza ed alla percezione della linea del basso il quale, pur essendo amalgamato, deve, a nostro parere, essere sempre percepibile e trainante. In questa registrazione la presa di suono evidenzia alla perfezione questa caratteristica, contribuendo a dare ulteriore energia allo scorrere della parte strumentale. Altra scelta de L’Archicembalo che ci è piaciuta molto è la lettura sempre scattante, asciutta, quasi nervosa ma senza esagerazioni o enfasi.
Questa è l’essenza di Vivaldi di cui si accennava sopra e che ci piace ascoltare e che a nostro parere esalta la genialità dell’autore nel trattamento delle idee melodico-ritmiche. L’ascolto è appagante dalla prima all’ultima traccia, ma per meglio comprendere quanto scritto il primo movimento del concerto il re minore RV127 potrà meglio di qualsiasi parola materializzare l’idea. Si accennava sopra alla possibilità concessa a Vivaldi di esprimere con questa struttura timbrica idee geniali e tipicamente personali, ed anche questa caratteristica emerge con chiarezza nella lettura dell’Archicembalo, come nel primo movimento del celebre concerto in sol minore RV156 o lo straordinario ostinato del primo movimento del Concerto, sempre in sol minore, RV157.
Un CD vivaldiano, pur nella sua sicura piacevolezza, può essere rischioso proprio perchè può passare in un attimo da ottimi livelli a scialbe interpretazioni di una scrittura solo in apparenza “facile” e prevedibile, ma in realtà, come accade sempre quando si ha a che fare con i geni, essenziale ma mai banale o superficiale. L’Archicembalo con questa registrazione dimostra di avere le caratteristiche per appartenere alla categoria di coloro che non “suonano” semplicemente, ma “interpretano ed eseguono” Vivaldi.
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7 January 2016